Covid-19: il virus dell’isolamento. Uno sguardo psicologico e sociale

Quando parliamo di pandemia e di coronavirus non possiamo non tener conto delle conseguenze psicologiche e sociali che il covid-19 ha causato. Siamo costantemente bombardati da immagini e notizie, purtroppo tragiche, con una serie di numeri, percentuali, statistiche che parlano di morti, separazioni, dolore, solitudine. Un vero e proprio bollettino di guerra per la nostra anima che sembra ormai essere andata sullo sfondo di chissà cosa, per dare spazio ed essere sommersa da un panico soggettivo e collettivo o, all’estremo opposto, dalla negazione di un problema.

Durante il lockdown il tempo per un verso sembrava allungarsi e riempirsi di vuoti ma, contemporaneamente, era investito ora da un decreto, ora dall’ultima tragica immagine e ora, da informazioni spesso contrastanti e confusive su cosa si poteva fare o non fare. Il tempo conosciuto sembrava svanito: le abitudini, le giornate scandite da orari e impegni, anche il semplice andare a fare acquisti al supermercato con i prezzi più convenienti, non era più pensabile se distava troppo dalla propria residenza.

Con l’arrivo dell’estate è arrivata l’illusione che tutto fosse ormai un brutto e quasi lontano ricordo. Ma poi, ecco di nuovo il bollettino di guerra: le statistiche, il numero dei tamponi, le corsie di ospedali, i primi morti e lo spettro di un secondo, possibile, lockdown … A questa parola gli occhi si sgranano, il respiro si blocca, qualcuno si arrabbia. Ecco affacciarsi di nuovo quel senso di impotenza. Siamo di nuovo in bilico e, di nuovo, quei punti di riferimento personali e sociali di sempre, di colpo sono nuovamente minati.

Ma che effetto ha su di noi questa sospensione del tempo conosciuto? Che effetto ha sulla nostra psiche (anima) questo tempo ignoto in cui viviamo e questo futuro incerto e nebbioso che non si riesce più a scrutare?

I cambiamenti continui e repentini degli stili di vita hanno spesso impatti negativi sulla persona e sulle comunità. Questo perché, oltre al correre del virus, le misure messe in atto per contrastarlo toccano gli affetti, le relazioni sociali, il lavoro, la stabilità economica, la progettualità e controllabilità del proprio futuro, la libertà.

L’uomo deve evitare i contatti perché le relazioni, una delle essenze dell’essere umano, portano con sé l’incubo del contagio.

Questa incertezza e impotenza, dovuta alla perdita di molti punti di riferimento, genera ansia e panico. La consapevolezza che non c’è una soluzione buona e immediata genera angoscia.

Paura, rabbia tristezza, disorientamento, confusione, incertezza, instabilità queste le emozioni predominanti.

Ma, il covid 19 può diventare l’occasione per fermarsi a riflettere su di sé, sulla propria storia di vita e sui progetti.

Il cambiamento è vissuto, in genere, come momento critico perché causa modificazioni personali e nell’organizzazione della vita ma, contemporaneamente, apre a nuove consapevolezze sul passato, sul presente e sulle possibilità future. E’ dunque, la base per un’evoluzione personale e relazionale. Per non perdersi o fermarsi in una condizione di paralisi che genera dolore occorre far riferimento a risorse esterne ed interne: continuare a coltivare i rapporti con le persone importanti, imparare ad adattarsi alle nuove situazioni, fare programmi a breve termine per avere una percezione di controllabilità, accogliere gli imprevisti, imparare ad accettare che solo con il tempo riusciremo a dare senso ad una situazione complessa.

Quando le criticità sono vissute come particolarmente faticose e confusive e, il periodo come particolarmente critico, il supporto psicologico è un valido strumento per ritrovare o rinsaldare il proprio benessere ed equilibrio; la relazione terapeutica, infatti, essendo una relazione vera, offre alle persone la possibilità di un confronto che permette di sperimentare abilità nuove con cui fronteggiare eventi destabilizzanti; ciò dunque, permette di adattarsi e costruire un nuovo punto di partenza, cogliere l’opportunità di ritrovare la propria stabilità interiore, ampliare la consapevolezza delle proprie qualità e migliorare i limiti per dare un nuovo slancio alla propria vita.

E’ solo dal caos ristrutturato che può nascere un nuovo equilibrio più funzionale.

Dott.ssa Nella Sabatino

Psicologa e Psicoterapeuta