La scuola a casa ai tempi del COVID

 

Prima dell’emergenza epidemiologica vivevamo nella nostra confort-zone, ognuno con il proprio equilibrio mentale, personale e relazionale.

 

La malattia COVID-19 ha messo in crisi tutte le certezze, i sogni, il modo di essere, il modo di agire nel mondo, dovendo fare i conti anche con una crisi della società più ampia: economica, sanitaria e sociale, è tutto precipitato.

 

Una delle certezze cadute per prima è stata la “scuola”, luogo fisico in cui agire le relazioni, luogo in cui imparare contenuti e competenze, luogo di supporto per le famiglie e di sviluppo della personalità dei figli.

 

I genitori hanno sofferto e soffrono tutt’oggi la didattica che prima si è trasformata in DAD (didattica a distanza) e dopo in DID (didattica integrata a distanza). Nessuno si sarebbe mai immaginato che la scuola si trasferisse a casa propria in un pc (nel migliore dei casi), nel tablet o nello smartphone, ha dell’incredibile che le routine mattutine che la scuola dal vivo imponeva sarebbero mancate tanto. Nessuno aveva preparato i genitori ad essere coinvolti direttamente nella didattica dei propri figli, hanno visto le lacune di cui magari le maestre avevano accennato, hanno visto le difficoltà attentive dei figli, in alcuni casi sono emerse difficoltà dovute alla chiusura in casa o ad alcuni questa chiusura ha tranquillizzato perché messi al riparo da relazioni ansiogene.

 

In tutti i casi bisogna farsi delle domande e fare riflessioni per evitare problematiche più serie in futuro. Adesso è il momento di lavorare sul “modo di essere genitori” -non più CONTROLLANTI, perché la vita ci ha messo di fronte al fatto che sono tante le cose che non possiamo controllare, ma genitori che SOSTENGONO- e “rafforzare il rapporto con la scuola e i docenti”, perché anche se è “a distanza” questa non è scomparsa.

 

Come possiamo aiutare i figli/studenti?

 

Prima di tutto diversificando le fasce d’età e le problematiche (emerse o pregresse).

 

È diverso essere genitore di un bambino, dall’essere il genitore di un adolescente, le esigenze cambiano.

 

I genitori sono più spinti a dare autonomia agli adolescenti che ai bambini, ma sono proprio gli adolescenti più spesso che tradiscono le aspettative, evidenziando la poca maturità. Mentre con i piccoli si tende a sostituirsi a loro, ad aiutarli di più, disposti a piantonarli durante le videolezioni, a suggerirli e ad angosciarsi nel vedere il proprio figlio in difficoltà.

 

Solo ad immaginare quanto sforzo e lavoro si sta facendo, si confondono le idee. Bisogna ristabilire una “nuova routine”, “nuove regole”, non quelle precedenti, ma “nuove” in base alle “esigenze”.

 

Le nuove regole stanno insegnando “competenze” e di conseguenza non bisogna sostituirsi alla scuola o ai docenti. Lasciate ai vostri bambini il tempo di stare da soli con i compagni e i docenti, insegnategli come funzionano le piattaforme e ogni tanto chiedete se hanno bisogno di voi. Se non riescono a seguire esattamente tutto non siate nervosi, potranno recuperare. Parlate di più con i docenti in questi casi.

 

Le competenze che bisogna aiutare a far crescere nei figli sono la consapevolezza di sé stessi, la gestione delle emozioni, gestione dello stress, la comunicazione, la narrazione di eventi, relazionarsi, l’empatia, il pensiero critico, il pensiero creativo, la capacità di risolvere problemi e di prendere decisioni. Ma per fare questo bisogna essere genitori pazienti, con la voglia di imparare e di evolversi in questo cambiamento. Se siete in difficoltà affidatevi ad esperti del settore, come psicologi, psicoterapeuti, pedagogisti.

 

Anche se chiusi in casa, concedete del tempo per il riposo e anche per qualche gioco motorio. Limitate i giochi con le consolle e con gli smartphone.

 

La colazione prima della lezione, lavarsi e indossare la divisa, preparare l’occorrente e la postazione che a volte deve essere combattuta o divisa con altri fratelli, ma ad ognuno ritagliate un piccolo spazio confortevole.

 

Come accennato prima, gli adolescenti sono diversi, ma anche loro hanno bisogno di una “nuova routine” per strutturare le loro esigenze, non si può pensare di trattarli come piccoli adulti autonomi e capaci. In molti vivono la scuola con quelle angosciose icone di microfono e telecamera spenta, molti si sono dileguati, molti forse hanno lasciato già. Gli adolescenti vanno aiutati di più e sostenuti nelle attività fatte di mattina e quelle che devono restituire in piattaforma.

 

Dott.ssa Consiglia Marsicano

Psicoterapeuta